BOLLETTINO
DIFESA FITOSANITARIA DEL 13 NOVEMBRE 2017
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NORME
TECNICHE DI DIFESA INTEGRATA
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ROVESCI E TEMPORALI SONO PREVISTI
NEL CORSO DELLA SETTIMANA
TEMPERATURE IN NETTO CALO
INIZIATA LA RACCOLTA
DELLE OLIVE NELLE ZONE TARDIVE COLLINARI MA LE OPERAZIONI SONO
OSTACOLATE DALLE PIOGGE
CON L'ABBASSAMENTO DELLE
TEMPERATURE DIVENTA POCO ATTIVA LA MOSCA MEDITERRANEA
SU AGRUMI
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ARCHIVIO BOLLETTINI DIFESA
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OLIVO
Le drupe si trovano nella fase finale di "inolizione"
e stanno assumendo la colorazione
tipica della varietà. Le operazioni di raccolta delle olive da
olio sono in pieno svolgimento anche nelle zone tardive collinari e
le piogge naturalmente
creano ostacolo. Le
catture di mosca
olearia (Bactrocera olea) sono state molto basse per tutto il
periodo estivo e le olive alla raccolta si presentano nella maggior
parte dei casi sane. Solo negli ultimi giorni del mese di ottobre, a
seguito delle giornate soleggiate, sono aumentate ma gli
attacchi tardivi hanno creato un danno molto limitato alle drupe e
un leggero aumento della
cascola tardiva a seguito delle punture. Di
conseguenza la qualità del prodotto olio nell'anno in corso nella
generalità dei casi è molto elevata. Nelle zone collinari dove la raccolta si
protrae per tutto il mese di novembre ed oltre, le infestazioni di
mosca sono state più insidiose soprattutto dove sulle ferite di
ovideposizione si sono instaurate infezioni secondarie di antracnosi (Colletotrichum
gloeosporioides). I
sintomi sono
macchie di marciume di colore bruno che oltre ad influenzare
negativamente la qualità dell'olio possono causare fenomeni di
cascola nelle zone dove il fungo è endemico. Alcuni
frutti colpiti rimangono attaccati ai rami per tutto
il periodo invernale, raggrinziscono ed assumono il caratteristico
aspetto di "mummie" che possono diventare fonte di nuove
infestazioni nell'annata successiva. Negli oliveti
colpiti è importante intervenire già nell'autunno, dopo la
raccolta, con trattamenti a base di ossicloruri di rame, utili anche
per il controllo di questa patologia. La
cascola può essere causata anche da attacchi della
generazione carpofaga di Tignola (Prays oleae). Le larve di questo
lepidottero vivono nella polpa della drupa e raggiunta la maturità
fuoriescono all'esterno dalla zona del peduncolo indebolendolo. Per ottenere un prodotto di qualità si
consiglia di effettuare la raccolta manuale con l'ausilio di
attrezzi e macchine agevolatrici che non danneggiano le drupe. Deve
essere evitata la raccolta da terra dei frutti colpiti da eventi
parassitari. Si consiglia di effettuare la molitura nel più breve
tempo possibile utilizzando nelle diverse fasi di trasporto e
stoccaggio tutti gli accorgimenti necessari a mantenere l'integrità
dei frutti per prevenire fenomeni di ossidazione. Il prodotto deve
essere conservato al riparo della luce e sono fondamentali le norme
igieniche di frangitura ed estrazione nei frantoi.
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AGRUMI
Il calo delle temperature che si attende nel corso
della settimana favorisce l'invaiatura degli agrumi e i frutti
tendono ad assumere la
colorazione tipica della maturazione. Le escursioni termiche tra il
giorno e la notte in particolar modo favoriscono questo passaggio di colore.
Le piogge diffuse previste nel corso della settimana
interromperanno il periodo di siccità che nel mese di ottobre aveva
costretto gli agrumicoltori a riprendere l'irrigazione negli
agrumeti al fine di sostenere l'accrescimento e la qualità dei frutti
e lo sviluppo delle piantine soprattutto negli impianti giovani sistemati in "baulatura".
L'abbassamento delle temperature e le piogge
attenuano l'attività della mosca mediterranea (Ceratitis capitata)
che danneggia con le punture di ovideposizione gli agrumi precoci.
A differenza della
mosca olearia dove il maggior danno è rappresentato dalla presenza
di larve nella polpa, in questo caso la sola presenza delle femmine
in campo indica la possibilità di un danno immediato. La soglia d'intervento
stimata è molto bassa (circa il 3%
dei frutti con punture), tuttavia temperature al di sotto di 16°C
inibiscono i voli del dittero. Una buona indicazione sull'andamento delle
infestazioni è data dal monitoraggio con trappole attrattive e alle
prime catture bisogna attivare le strategie di controllo. Tra
queste
molto efficace è la distribuzione localizzata di
esche alimentari attivate con Spinosad, principio attivo ammesso
anche in conduzione biologica. La distribuzione delle esche va
ripetuta dopo ogni evento piovoso con un limite di cinque interventi
annuali in caso di distribuzione diretta sulle chiome delle piante. In un periodo di così diffusa instabilità conviene
utilizzare gli appositi "dispenser" che proteggono le
esche dal dilavamento, anche se il metodo di somministrazione è
più costoso. Nelle zone più precoci l'invaiatura che si viene a manifestare sul frutto in corrispondenza
delle punture è sfruttata per anticipare la raccolta a fini
commerciali immettendo in questo modo al consumo frutti carenti da un punto di
vista qualitativo.
Sporadica nell'anno in corso la presenza di mosche bianche
sulla vegetazione.
MONITORAGGIO DELLA COCCINIGLIA ROSSA FORTE DEGLI
AGRUMI (Aonidiella aurantii)
Le catture nelle stazioni di monitoraggio sono
diminuite o del tutto cessate in alcuni siti di monitoraggio. A
causa delle piogge diffuse il monitoraggio con trappole a feromoni
può concludersi per riprendere nel mese di marzo del prossimo anno.
Prime delle piogge è utile collocare tutori di
sostegno ai rami più bassi carichi di frutti per evitare rotture e limitare
i marciumi da "allupatura" dovuti ai funghi del genere Phytophthora
spp., che sono agenti anche del marciume radicale e della gommosi del
colletto e si propagano con gli schizzi di fango.
A partire dal mese di settembre, e per tutto il
periodo autunnale, è possibile effettuare trattamenti a base di
acido giberellico per evitare l'invecchiamento precoce dei frutti
possibilmente due settimane prima dell'inizio dell'invaiatura. I
trattamenti precoci sono i più efficaci ma provocano ritardo nella
colorazione dei frutti rispetto ai trattamenti tardivi.
Il mese di novembre è il periodo ideale per
eseguire il campionamento fogliare ed effettuare le analisi annuali
dei macro e microelementi nutritivi. La diagnostica fogliare fornisce indicazioni precise
sullo stato nutritivo delle piante e definire i piani di
concimazione, mentre le analisi del terreno
permettono di conoscerne le caratteristiche chimico-fisiche e lo
stato di fertilità generale molto importante nelle scelte
agronomiche dei nuovi impianti. Il campione di foglie deve essere
prelevato dai rametti terminali del flusso vegetativo primaverile,
privi di frutti, scartando le piante che presentano anomalie
vegetative, sintomi di virosi o attacchi parassitari.
In attesa del
trasporto in laboratorio le foglie possono essere conservate per
alcuni giorni in frigorifero ad una temperatura di 3 - 4°C in buste
di polietilene etichettate.
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SEMINATIVI
Molti seminativi dopo le piogge di settembre sono
stati predisposti mediante erpicature per le semine dei cereali.
Purtroppo nel mese di ottobre non si sono verificate piogge utili
necessarie per dare la tempra al terreno per la preparazione di un
buon letto di semina nei campi ancora non lavorati e proseguire con
le semine anche nei campi già predisposti. Le piogge
previste nel corso della settimana dovrebbero a questo punto creare
le condizioni necessarie per poter soddisfare le esigenze delle
colture cerealicole nelle prime fasi di sviluppo e rendere idonea la
struttura del terreno per poter essere lavorato, naturalmente quando
sarà possibile entrare nei campi con gli strumenti di lavoro. Una pratica
molto importante per mantenere la fertilità nei terreni destinati a
seminativo è quella dell'avvicendamento dei cereali e in
particolare del frumento duro con leguminose e con il maggese.
Occorre organizzare i campi in funzione della rotazione
preferibilmente triennale con almeno un anno di colture proteiche
(fave, lupino,ecc.) in alternanza con i cereali e il riposo del
terreno.
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Paraleyrodes minei
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LA NUOVA MOSCA BIANCA SU AGRUMI PARALEYRODES
MINEI (Nesting whitefly)
Diffusa su agrumi in Siria, Libano, Israele,
Marocco, Turchia, Portogallo, Spagna e isole Canarie, in Italia è
stata rinvenuta per la prima volta su arancio amaro in un parco a
Portici (NA) nel 1990. In Sicilia è stata segnalata nel 2014 in
limoneti del siracusano e si è rapidamente diffusa anche
negli agrumeti della costa ionica. Dal 2016 è presente anche in agrumeti del
catanese con attacchi molto consistenti. E' una
specie polifaga che oltre alle rutaceae (Citrus spp.) vive a spese
di Annonaceae, Apocynaceae, Araceae, Arecaceae,
Asteraceae, Ericaceae, Euphorbiaceae, Lauraceae,
Malvaceae, Musaceae, Myrtaceae, Piperaceae,
Poaceae, Polygonaceae, Rizophoraceae, Rubiaceae,
Solanaceae. E' conosciuta per i suoi attacchi ad
avocado, palma da cocco (Cocos nucifera), guava e piante
ornamentali. Nel 2015 è stata segnalata su kaki (Diospyros
kaki L. fam. Ebanaceae) in provincia di Palermo. Gli
adulti di questa mosca bianca hanno movimenti lenti e le femmine
ovideponenti formano con cera secreta da ghiandole specifiche anelli che sembrano nidi ("nests"),
nei quali uova e neanidi sono protette da cera polverulenta e a
forma di bacchette filamentose. Le uova, ancorate alla superficie con un
peduncolo di cera, si trovano sparse su tutto il lembo fogliare
senza la caratteristica deposizione a semicerchio della mosca "fioccosa"
(Aleurothrixus floccosus). Gli stadi giovanili (neanidi)
fissano il proprio stiletto nei tessuti foliari dove si nutrono di
linfa ed emettono gli escrementi sotto forma di melata. Quelle di terza età,
bianco-giallastre, di forma sub-ellittica, con dimensioni di
circa 0,65 mm, hanno una
corona di bastoncini di cera ialina lungo il margine. A
differenza della mosca bianca "fioccosa", che
ovidepone sui germogli teneri degli agrumi, le femmine di questo
insetto si posizionano anche su foglie adulte che vengono
completamente ricoperte dal feltro ceroso nella pagina inferiore e
raramente anche sulla pagina superiore. I due Aleurodidi possono
essere presenti contemporaneamente. Dalle prime osservazioni sembra
che l'emissione di melata in questa specie non sia particolarmente
abbondante, ma è molto difficile poter quantificare il danno anche
per la presenza in campo di molte specie parassite sovrapposte
(cocciniglie, aleirodidi, ecc.) Lo sviluppo delle
popolazioni è continuo e la durata del ciclo di
sviluppo è influenzato dalle temperature. In Spagna, in laboratorio
su limone, sono state contate tre generazioni l'anno, in California,
su arancio in campo, quattro. Tra i nemici naturali sono stati
segnalati il coccinellide predatore Clitostetus arcuatus ed
Imenotteri parassitoidi del genere Encarsia. Come per
le altre mosche bianche il danno principale è creato dall'emissione
di melata, che oltre alle foglie imbratta anche i frutti, e su cui si
instaurano successivamente le fumaggini. Sugli agrumi ornamentali,
insieme alla melata, il feltro ceroso che ricopre completamente le
foglie crea un danno estetico diretto alle piante.
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Cocciniglia
Piriforme (Protopulvinaria pyriformis)
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COCCINIGLIA PIRIFORME (Protopulvinaria
pyriformis Cockerell)
Lenta ma inesorabile la diffusione di questa
cocciniglia tropicale di recente introduzione in agrumeti del
catanese. Nel 2009 è avvenuta la prima segnalazione su agrumi in
Sicilia in un limoneto vicino Acireale (CT); oggi è presente in
aranceti della Piana di Catania dove crea danni legati soprattutto
all'emissione di abbondante melata su cui si sviluppa la fumaggine
che imbratta gli organi vegetativi e i frutti. Appartiene al gruppo
dei Coccidi e si distingue per la forma subtriangolare appiattita
del corpo. Le femmine sono ovipare e partenogenetiche (le uova si
sviluppano senza la fecondazione del maschio) e depongono circa 200
uova in un ovisacco ceroso secreto sotto il proprio corpo. Le
neanidi di prima età che fuoriescono sono molto mobili e si
diffondono sulla vegetazione fissandosi definitivamente sulle
nervature della pagina inferiore delle foglie. La specie compie 2 -
3 generazioni annuali, a seconda dell'ambiente e della pianta
ospite, e sverna in tutti gli stadi di sviluppo. Ha una elevata
polifagia con oltre 100 piante ospiti segnalate ed è
particolarmente dannosa su avocado, annona, mango, guava, agrumi e
diverse ornamentali. Dopo il primo insediamento numerosi sono gli antagonisti presenti nei nostri ambienti che riescono a
contrastare la diffusione della cocciniglia e tra questi il
coccinellide Chilocorus bipustulatus e Imenotteri Encirtidi (Metaphycus
spp.) parassitoidi anche della Cocciniglia "mezzo grano di
pepe" (Saissetia oleae)
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ALLARME NELLE AREE DI PRODUZIONE DELLE CILIEGIE
DELL'ETNA Sono stati segnalati i primi focolai
di diffusione del Moscerino dei piccoli frutti (Drosophila
suzukii) nel comprensorio di Mascali (CT) su ciliegio dove
provoca gravi danni ai frutti. Questi piccolo dittero è stato
segnalato in Italia nel 2009 su lampone e altri piccoli frutti ed
attacca molte altre specie frutticole con frutti a polpa morbida ed
epidermide sottile come ciliegio, albicocco, uva, ecc. Come
tutti i moscerini appartenenti al genere Drosophila viene attratto
da sostanze zuccherine ma in questo caso la femmina è provvista di
un ovopositore seghettato in grado di lacerare l'epidermide del
frutto sulla pianta e deporre le uova nella polpa. Il frutto
danneggiato va incontro successivamente a fenomeni di marcescenza. Questo
insetto compie sino a 13 generazioni annuali e la sua velocità di
diffusione insieme ai danni provocati ai frutti in fase di
maturazione lo rendono particolarmente insidioso.
PSILLA DELL'EUCALYPTUS (Glycaspis
brimblecombei Moore)
Il nuovo insetto "alieno" di
origine australiana segnalato dall'estate del 2010 nell'Italia
meridionale, Sardegna e in Sicilia nelle province di Trapani e
Caltanissetta, ed ora largamente diffuso anche nel catanese e nelle
altre province siciliane, crea molta preoccupazione
nel settore forestale, e agricolo dell'Isola e tra i
produttori del pregiato "miele uniflorale di eucalyptus".
Questo emittero si è diffuso velocemente sulla pianta d'elezione,
l'Eucaliptus camaldulensis, molto comune nei Paesi del bacino
del Mediterraneo come albero forestale, frangivento e ornamentale,
infestando la pagina superiore e inferiore delle foglie che cadono
precocemente debilitando la pianta e compromettendo la fioritura
dell'anno successivo. Al danno diretto delle punture di
alimentazione si accompagna l'abbondante emissione di melata e la
caduta dei caratteristici follicoli bianchi cerosi ("lerps")
che imbrattano le zone sottostanti e favoriscono lo sviluppo di
fumaggini.
Nei mesi estivi del 2012, è stata notata, nel
territorio regionale e in altri ambienti del meridione, una
rarefazione degli attacchi in precedenza segnalati su Eucaliptus
spp. di questo insidioso parassita imputabile a diversi fattori
ancora da definire. Tra questi una certa influenza potrebbe aver
avuto il decorso delle temperature estive particolarmente elevate e
l'attività di predatori autoctoni come fattori di contenimento
biotico.
Nel 2013, ad oggi, è stata verificata la presenza
di attacchi sporadici del parassita con densità di popolazione
basse nel periodo primaverile.
Attualmente gli attacchi sono numericamente
consistenti e il parassita sembra aver trovato condizioni ambientali
più favorevoli per il proprio sviluppo.
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